Femminile Plurale
Tutte le donne del Presidente
Nello scandalo denunciato da Patrizia D'Addario, l'ormai celebre "escort" che ha partecipato alle feste di Berlusconi a Palazzo Grazioli, scambiando sesso con denaro e favori, non c'è nessun rilievo penale, come è stato detto in lungo e in largo. Solo un comportamento moralmente riprovevole.
Ma la domanda è: riprovevole perchè? E stupisce, o forse è solo una triste conferma, che persino ad Anno Zero solo Concita de Gregorio, peraltro unica donna presente, abbia saputo porre le domande fondamentali sul rapporto tra Berlusconi, donne e politica e cioè:
- se anche non c'era pagamento di denaro diretto come poteva non essere evidente la disparità nel rapporto di potere tra un capo di governo settantenne e ragazzine, in alcuni casi, nemmeno ventenni?
- se non c'era un pagamento di denaro diretto come si configura la frequente ricompensa alle donne attraverso cariche politiche? E stiamo parlando di ministeri, candidature ad elezioni europee (poi trasformatesi in candidature ad elezioni locali solo per l'intervento di Veronica Lario)
- come è possibile ascoltare, senza provare un brivido, la frase della diciottenne Noemi "ora che sono"notoria" da grande voglio fare la conduttrice tv o la parlamentare"?
Quello che dovrebbe essere evidente, e non ci pare che sempre lo sia, è che ci sono comportamenti che, pur non penalmente rilevanti, hanno conseguenze addiritura peggiori per i cambiamenti che provocano nel sentire collettivo. La questione centrale non è tanto quanto sia riprovevole che un potente uomo settantenne si diverta nel suo privato con ragazzine che potrebbero essere sue nipoti.
La questione è soprattutto come il reclutamento delle candidature politiche femminili di un partito sia concepito, per una parte consistente, come ricompensa a comportamenti di carattere sessuale.
E di conseguenza come la funzione politica sia vista come mero esercizio del potere a prescindere da reali interessi e passioni politiche, da un lato, e come l'accesso delle donne a quel mondo passi attraverso prestazioni sessuali, dall'altro.
E di quanto il cambiamento culturale sia profondo, e al tempo stesso sottile, ne è una riprova il fatto che anche un candidato sindaco di centrosinistra alla domanda del perchè avesse inserito una velina nelle sue liste ha risposto che sarebbe assurdo discriminare una donna perchè è bella. No caro sindaco, non si tratta dell'invidia delle femministe verso una donna giovane e bella, non stiamo parlando di un paese normale in cui può anche accadere che una bella ragazza che fa la conduttrice tv abbia una passione politica e per questo sia candidata in una lista elettorale.Stiamo parlando di un paese dove si è andato affermando un modello berlusconiano fondato su una concezione fortemente maschilista che un politico dovrebbe combattere.
Ma la questione è anche, e si tratta di una domanda molto dolorosa, perchè le donne si prestano a questo gioco al massacro. E' lo stesso meccanismo di sempre di chi esclusa dalle stanze del potere cerca di arrivarci sfruttando il proprio corpo? Quando è consapevole e "libero" questo comportamento? Quando è autodistruttivo?
Certo davanti a ragazzine neanche diciottenni viene da pensare che lo spazio di consapevolezza sia molto ridotto, le frasi ingenue di Noemi danno la misura di quanto l'assorbimento della cultura televisiva dell'apparire - da anni ampiamente promossa dalle reti Mediaset e ben descritta nel recente film Videocracy - sia stato totale e direi irreparabile.
Ma in altri casi, di donne più grandi c'è forse in opera un meccanismo diverso. Ovvero l'idea che l'emancipazione passi anche attraverso la convinzione di poter fare un uso disinvolto del proprio corpo per arrivare poi in posti chiave della società. Ed il caso più eclatante mi sembra quello del Ministro Mara Carfagna. Il caso di una donna giovane e bella che - anche senza voler credere alle indiscrezioni - intercettazioni sui suoi rapporti intimi con Berlusconi - ha sicuramente utilizzato il proprio corpo per farsi strada nella vita come risulta evidente dalle pose nude del suo calendario.
Citando Sabina Guzzanti "Mettendo la Carfagna al Ministero delle pari opportunità, Berlusconi ha offeso tutte le donne italiane ancora una volta e in modo definitivo", come se volesse rendere ancora più evidente quale sia la strada che una donna deve percorrere se vuole ricoprire un ruolo sociale di rilievo. Addirittura il posto cardine per promuovere l'emancipazione delle donne in Italia.
Ma se l'intento maschilista di Berlusconi è evidente, c'è da domandarsi quale sia quello di una donna (Mara Carfagna) che al di là del merito di singole politiche proposte, sembra oggi mostrare un interesse sincero per la causa femminile. Si tratta dunque di un percorso di vita consapevole? E se sì non si renda conto la Ministra che il rischio di non essere credibile condiziona irrimediabilmente il suo operato?
Le rivelazioni di questo periodo hanno mostrato, senza timore di smentita, quanto l'utilizzo strumentale del corpo femminile sia diventato uno dei tratti costitutivi di un sistema politico e di potere. L'unica speranza è che di fronte al rivelarsi di una situazione tanto compromessa ci possa essere infine un sussulto di coscienza e che, donne e uomini, di sinistra ma anche e soprattutto di destra, si rendano conto che in un paese appena minimamente decente davvero non possiamo continuare così.
Sarebbe già un buon segno se le donne smettessero di votare Berlusconi. Come hanno già cominciato a fare.
Erika Bernacchi