" 'L'antisesso' è un saggio-inchiesta sulla pornografia e sulla pornodipendenza. Non è stato affatto facile per me occuparmi di questo argomento, in primis perchè nella nostra società si dà per scontato che il consumo di materiale hard sia appannaggio maschile (luogo comune vistosamente smentito dalle ultime statistiche) e viene tuttora negato alle donne perfino un immaginario sessuale; in secondo luogo perchè l'indagine presentava non pochi ostacoli di carattere pratico. Sull'argomento, infatti, ci sono o studi pseudoscientifici miranti ad esaltare l'industria porno (ad esempio "Guardare film porno rende sollevatori di pesi migliori"), oppure sermoni moralistici provenienti da siti on line cattolici o dei Testimoni di Geova, che anzichè distogliere il lettore dalla visione reiterata di materiale hard gli fanno quasi venir voglia di immergervisi dentro, stucchevoli come sono e completamente privi di dati scientifici. Ho evitato come la peste sia gli uni che gli altri. A me non interessava appurare se la pornografia fosse peccaminosa o meno, perchè questo è un discorso soggettivo, che ha a che fare con la coscienza, l'educazione e il credo religioso di ognuno di noi; a me premeva piuttosto capire se l'uso massiccio e reiterato di immagini sessualmente esplicite, principalmente on line, fosse OGGETTIVAMENTE pericoloso, al di là dell'età dei fruitori, del loro ceto sociale, del titolo di studio, delle convinzioni etiche e religiose. E alla fine di questa indagine- dopo aver spulciato per due anni articoli di varia provenienza, interviste, saggi,studi di autorevoli neurofisiologi, psichiatri, psicoterapeuti- sono giunta alla conclusione che il pericolo esiste, sia per chi mette in atto la performance pornografica sia per chi ne fruisce, e non va sottovalutato . Il pornoattore nella stragrande maggioranza dei casi non è ricco, fortunato e felice come i mass media vogliono farci credere, ma manipolato e sfruttato da un'industria multimiliardaria che mira unicamente al guadagno e non sa neppure cosa sia il rispetto per la vita altrui; il cliente passa gradatamente, senza neppure accorgersene, da un effimero piacere solipsistico all'inferno della pornodipendenza, malattia solo di recente annoverata tra le patologie psichiatriche, poco pubblicizzata e, anche per questo,assai difficile da guarire. La pornografia è inoltre un fenomeno di massa e un terreno di coltura in cui stupro, pedofilia, femminicidio, violenza immotivata, nevrosi e malattie trovano alimento e impulso. E' in particolare un potente strumento di controllo della sessualità femminile, spacciato dall'industria hard (e non solo da essa)come libertà gioiosa, autonomia, emancipazione. Tale drammatico problema investe tutti, ma in particolar modo gli adolescenti, che si presentano per la prima volta nella storia come una generazione sprovvista di modelli autorevoli. Soluzioni? Poche e difficili. La questione riguarda la società intera e chiama in causa tutte le agenzie educative ed è necessaria una forte presa di coscienza sia da parte di chi, come me, non è 'contaminato', sia nei pornonauti e nei pornodopati".
Oriana Fidanza
“L’Anti Sesso”
di Oriana Fidanza
edizioni Il Castello
euro 15