Femminile Plurale

 

"Lettera aperta agli insultatori di professione”
(premessa: Giulia fa riferimento alla manifestazione contro il comizio di Salvini in Pazza Maggiore a Bologna, al video circolato suYou Tube, e ai commenti pieni di odio postati contro i manifestanti)


Non faccio uso di droghe pesanti, non sono mai stata in un centro sociale. Ho 22 anni, lavoro da quando ne ho 17, mi pago l'università da sola. Sono stata una cameriera, una barista, una babysitter, una cassiera, un'assistente di volo, una studentessa universitaria, una figlia, una sorella e una nipote. Sono quella col maglione bianco/marrone in terza fila.
Vorrei spiegarvi come ci hanno detenuti illegalmente, come la croce rossa ci abbia negato l'acqua, come ci fosse anche gente non partecipante alla manifestazione, che per caso camminava sui viali, trattenuta insieme a noi per tre ore. Di come dopo un'ora l'inizio della follia ci sia stato detto che ci avrebbero fatti uscire, in modo da farci accalcare tutti da un lato e restringere il nostro spazio vitale a 50 metri, se non di meno. Farvi sapere di come ho chiesto più volte di poter lasciare il corteo per poter andare a studiare in vista di un esame di latino, che si sarebbe tenuto il giorno seguente, e di come questo mi sia stato proibito fino a pomeriggio tardo, quando siamo stati rilasciati.
I miei sono separati, non mi hanno mai viziata troppo, mio padre lo vedo un paio di volte all'anno, spesso in occasioni speciali, quindi no, non sono una figlia di papà. "L'Italia agli italiani" non fa per me, conosco in modo ravvicinato e pieno di affetto molte persone straniere, senegalesi come inglesi, spagnole, portoghesi o lituane. La famiglia tradizionale non fa per me, molti miei amici sono omosessuali e io vorrei vederli avere figli e crescerli come meglio credono, in più io stessa vorrei poter avere la libertà di muovermi come meglio credo in ambito sessuale e di poter esplorare, senza dover essere definita o minacciata. Sono stata cresciuta da mia madre, le sue amiche e il suo compagno, mio padre aveva altre partner che cambiavano nel corso del tempo, nonostante tutto credo di essere venuta su con un cervello che funziona ed una buona educazione. Una delle persone a me più care è una madre single che sta crescendo in modo meraviglioso un bambino pieno di energie, che mi chiama zia. L'odio tra nord e sud non fa per me, non vedo un'abissale differenza tra gli abitanti medi di queste due zone dell'Italia geografica, mia madre è pugliese e così il 50% della mia famiglia.
La polizia quel giorno stava facendo il suo lavoro, è vero, ma c'è da fare distinzione tra chi non avrebbe esitato a spaccarmi entrambe le gambe e chi mi ha offerto una mentina, facendo un passo avanti e abbandonando il cordone.
Ad un certo punto della manifestazione mi sono trovata da sola tra corteo e carica delle forze armate. Ho alzato le mani e ho gridato "fermi, ho paura, sono disarmata, non sto facendo niente".
Uno dei due poliziotti che mi fronteggiavano in linea d'aria mi ha detto "per favore, spostati, non voglio ferirti", l'altro mi ha guardata con la faccia paonazza e sudata, ha digrignato i denti e si è battuto il manganello sulla mano, io non potevo muovermi. Ero paralizzata. Un ragazzo del corteo mi ha presa per mano e mi ha portata al sicuro, dietro la folla di manifestanti. Sono in seguito tornata in prima linea a tenere lo striscione e sono stata caricata, con il resto del corteo, altre tre volte. Quando, davanti al blocco di Ponte Stalingrado, una bottiglia di birra ha colpito una delle camionette blindate ferme nella folla, l'autista, una ragazza poliziotto sulla trentina, ha fatto retromarcia, rischiando di investire me e altri tre ragazzi.
Negli anni mi sono sempre riconosciuta come comunista, ma non credo di esserlo, non ho idea di quale sia il mio credo politico o di come poterlo meglio etichettare per consegnarlo alla società e dire "ecco, voterei questo". So di sicuro che la situazione attuale non rispecchia i miei pensieri, come non li rispecchiano le passate e come forse non li ha mai rispecchiati nessuno, perché siamo in un periodo storico differente dai precedenti e adesso più di prima c'è bisogno di rivedere i principi ai quali attenersi in modo da poter star dietro ad una società in continua evoluzione, in modo da adattarsi e non nascondersi dietro a dei "ma abbiamo sempre fatto così", "ma questo non si è mai visto", "se fossimo nel passato...".
Non ho un partito, ma sono umana e dispiaciuta di dover essere additata come una sporca, pulciosa, puzzolente feccia dell'umanità, solo perché ho preso parte a quella che è stata, alla fine dei conti, una riuscitissima manifestazione di dissenso contro chi, con moltissimo coraggio, ha fatto apologia al fascismo per tutta la giornata, perché sì, sarà anche una parola noiosa e ritrita, ma di fascismo si tratta.
I balli di gruppo ai quali ho avuto l'onore di poter partecipare sono nati dall'esasperazione e dalla voglia di dimostrare che anche da "prigionieri" siamo in grado di divertirci e non avere timore. Anche se di timore ce n'è stato tanto nel corso della giornata, principalmente timore che l'unione, simbolicamente stretta in Piazza Maggiore, tra Salvini, Berlusconi e Meloni, possa veramente portare ad una vittoria, non avendo molti di noi, come già detto, un partito da votare.
I balli sono stati diversi, questo era il primo ed eravamo distanti dal cordone, ci siamo ritrovati faccia a faccia verso la quarta canzone, la macarena, che abbiamo eseguito senza errori. Chiaramente se mai dovesse capitarmi di essere nuovamente sequestrata vedrò di ripassare i passi dei balli di gruppo più famosi, in modo da non confondere la izquierda con la derecha, come invece succede in questo video.
Tra le altre cose, mi sento di aggiungere che mi faccio regolarmente la doccia, almeno una volta al giorno, due se vado in palestra."
Giulia Bini