Il Fatto del Mese

 

IL FATTO DELLA SETTIMANA


Partiamo col metodo induttivo, dal particolare al generale, dalla notizia scelta al criterio per selezionarla su questo nuovo spazio del sito.
Per “altrevoci” il fatto della settimana è la condanna in primo grado a 6 anni e 8 mesi inflitta a Raffaele Lombardo, ex governatore della Sicilia, per “concorso esterno in associazione mafiosa”.
Questa notizia, clamorosa dal nostro punto di vista, è stata “oscurata” dal finto avvenimento dell’incontro in “streaming” fra Beppe Grillo e Matteo Renzi .
Il “Corriere della sera” non l’ha nemmeno riportata in prima pagina, così come tanti altri quotidiani (a partire ovviamente da “Libero” e “Il Giornale”). “La Repubblica” ha fatto un titoletto minuscolo, e il solito articolo sperduto nelle pagine interne. “Linea notte” non ne ha fatto cenno.
Ecco perché diventa “il fatto della settimana” per “altrevoci”: per le implicazioni enormi del caso, completamente rimosse dalla quasi totalità dei media italiani, probabilmente per l’imbarazzo “bipartisan” di PDL e PD.
Come non mettere in relazione, per esempio, la figura di Raffaele Lombardo con quella di Angelino Alfano, confermato da Renzi al Ministero degli Interni 48 ore dopo la condanna dell’ex governatore della Sicilia, che aveva dato le dimissioni due anni fa, proprio mentre era sostenuto da una maggioranza di “larghe intese” nata nel 2010, quasi un’anticipazione dei governi a venire (governo Renzi compreso)?
Lombardo e Alfano sono due scorpioni (in senso zodiacale, per carità), che hanno iniziato la loro carriera politica nella Democrazia Cristiana siciliana. Quella di Salvo Lima, fiduciario di Andreotti, di Calogero Mannino (padrino politico di Lombardo), di Totò Cuffaro.
Quando Falcone e Borsellino vengono massacrati, nel 1992, Lombardo è un deputato rampante dello Scudo Crociato, Alfano, più giovane di vent’anni, è il segretario provinciale dei giovani democristiani di Agrigento. Ma già due anni dopo (il ragazzo è sveglio,e capisce dove tira il vento) passa a Forza Italia, movimento da poco creato da Marcello Dell’Utri, che sta aspettando di essere condannato definitivamente per concorso esterno in associazione mafiosa. Lombardo invece va con Cuffaro (condannato per favoreggiamento del boss di Palermo Guttadauro) nell’UDC di Casini.
Sono tutti alleati nella Sicilia che regala a Berlusconi la famosa vittoria per 61 a zero (2001).
Anche un bambino capirebbe che i voti mafiosi della DC, dal 1992, sono passati in massa al centrodestra. Stranamente, la sentenza che condannerà Dell’Utri stabilirà il suo legame con la mafia proprio fino a quell’anno fatidico. Dopo non si sa.
Il biennio 1992-1993 è stato quello delle due “rivoluzione mancate” (Barbara Spinelli): quella contro la corruzione e quella contro la mafia.
Oggi, a prescindere dalle conclusioni del processo sulla trattativa Stato-mafia, possiamo dire che il potere dei gattopardi si è saputo difendere benissimo., e gode ancora di ottima salute.
Cesare Sangalli