Il Fatto del Mese
IL FATTO DELLA SETTIMANA
L’unica cosa positiva è che Filippo Penati, ex sindaco PD di Sesto San Giovanni (MI), ex presidente della provincia di Milano per il centrosinistra, ex candidato alla regione Lombardia battuto da Formigoni, ex consigliere regionale nella penultima assemblea lombarda sciolta per pudore, si è ritirato dalla politica. Perché grazie ad una sua furbata, Penati da qualche giorno è anche un ex imputato per tangenti in cambio di licenze edilizie (il cosiddetto “Sistema Sesto”), un classicissimo italiano.
Penati si è guardato bene di fare ciò che aveva dichiarato: rinunciare alla prescrizione.
Quando doveva farlo, s’è dato. E quindi nei giorni scorsi i giudici hanno dovuto dichiarare prescritto il reato, grazie all’ennesima “mandrakata” da avvocati, in questo caso la riforma del reato di concussione ideato da Paola Severino, già avvocatessa di grido di molti VIP (fra cui i Caltagirone) , quando, ahinoi, era la stimata ministra della Giustizia del celebratissimo governo Monti.
Sono le “inesauribili astuzie” (De André, “Smisurata preghiera”) dei tanti potenti in questa Repubblica degli Avvocati. Un esercito di 250mila professionisti, agli ultimi posti da anni nelle graduatorie di fiducia degli italiani (poco più sotto di giornalisti e politici, ed è tutto dire).
Il penultimo Parlamento era dominato da gli avvocati. E’ il Parlamento che votò in pompa magna e quindi attestò ufficialmente (relatore ovviamente un avvocato, Paniz del PDL) che Berlusconi aveva fatto rilasciare Ruby Rubacuori dalla Questura di Milano perché era convinto che fosse la nipote del presidente egiziano Mubarak, che in base a ciò l’eventuale reato era stato commesso nell’esercizio delle funzioni di primo ministro, non da privato puttaniere, e andava perciò giudicato dal Tribunale dei Ministri, e non da un giudice qualsiasi. La cosa serviva ovviamente soltanto a far perdere un po’ di tempo, prima che la Corte Costituzionale spazzasse via l’ennesima pagliacciata giuridica, dopo le tante leggi
vergogna. Certo sull’induzione alla prostituzione di una minorenne sarà dura per Berlusconi arrivare all’agognata prescrizione, come in moltissimi altri processi.
Penati invece ce l’ha fatta, e ha pure la faccia tosta di dichiarare che farà ricorso,
ovviamente in sede civile, e che querelerà per calunnia i pubblici ministeri che lo
accusavano.
Questo fior di gentiluomo è stato a lungo il braccio destro di PierLuigi Bersani. Ma
preferiamo non infierire, visto che di fatto parliamo di un altro ex della politica, con gravi problemi di salute.
Però è come se ci fosse un intero paese che punta alla prescrizione. Un oblio
istituzionalizzato.
Un amnesia collettiva, dettata dalla crisi. Nessuno è colpevole, nessuno è innocente: “E’ passato così tanto tempo, signora mia, che vuole che le dica….”
Si può dire che il governo Renzi è il governo della prescrizione politica: lui e gli altri sono così giovani, povere stelle, mica gli possiamo rinfacciare quello che è successo nel ventennio berlusconiano… Perfino Michele Serra quasi si giustifica per il “noioso” richiamo all’etica, per il suo essere fuori moda, rispetto a tanto nuovismo, che già si considera “oltre”.
Noi di altrevoci, invece, a Penati e a tutti quelli come lui, ai tanti che sapevano e sono stati zitti, ai tanti che hanno fatto finta di non sapere, a quelli che pensano che passare con Renzi sia sufficiente a rifarsi una verginità, mandiamo il messaggio di De André (di nuovo): “per quanto voi vi riteniate assolti, siete lo stesso coinvolti”.
Cesare Sangalli