MICHAEL MOORE
Ingannati e traditi
"Lettere dal fronte"
Ancora Michael Moore, ancora un atto di accusa contro le sporche guerre di George W. Bush. Questa volta però la parola è lasciata alle persone direttamente coinvolte negli eventi. Non più denunce argomentate delle vere motivazioni degli interventi in Iraq e Afghanistan, ma la dura riproposizione di alcune delle migliaia di e-mail che i militari americani inviano alla casella di posta elettronica mike@michaelmoore.com .
Negli anni ottanta furono le toccanti immagini del film “Dear America – Lettere dal Vietnam”, in cui le interviste e le lettere di militari, spesso mai tornati a casa, costituivano la trama di un documento unico, ora è il libro di Moore a dare voce anche alla parte più criticata e disprezzata in un conflitto, riportando nella giusta collocazione di vittime anche i cosiddetti carnefici.
Nel mondo dell'informazione globale scompaiono le immagini dei morti, il rientro delle bare, i dati sui disertori, e in un clima da Minculpop o da prima pagina della Pravda, la guerra continua a fondarsi su menzogne e censure, al punto che si corre il gravissimo rischio di assimilare politici e soldati in prima linea, uniti nella lotta contro il terrorismo, nella troppo facile convinzione che bene e male debbano per forza trovarsi su due sponde opposte.
Ma stiamo parlando di guerre, di distruzione, di corpi già allineati dentro sacchi neri o in attesa, dilaniati nella mente, nascosti in manicomi psichiatrici.
Ragazze e ragazzi della provincia americana più povera, a cui viene fatto credere che il mondo sia pieno di cattivi, e ammazzare sia giusto, soprattutto che ammazzare sia facile, come se Mossul e Falluja fossero due livelli di un videogames e loro immortali come un eroe virtuale.
L'assicurazione sanitaria a vita e i soldi per l'università sono una necessità che può portare a scelte senza prezzo, a rischiare di falciare una famiglia che torna dalla moschea o saltare in aria a un chek-point, magari sotto l'effetto di anfetamine testate da gruppi farmaceutici su elementi sottoposti ad altissimo stress.
Non si tratta di trovare la giustificazione a migliaia di morti, soprattutto civili, dall'inizio dell'invasione dell'Iraq, si cerca invece una spiegazione al perché nessuno studente di Yale o Harvard faccia parte del corpo di spedizione americano, perché nessun figlio di politici blu o rossi compaia fra i caduti.
Quando Michael Moore afferma: “io sto con i soldati americani”, il suo è un atto d'accusa ben preciso. Verso la Casa Bianca, verso Osama Bin Laden, verso la Halliburton e consociati vari; soprattutto verso chi continua ancora a volerci fare credere che si combatta in nome della democrazia.
In America come nei paesi alleati, ciò che rattrista di più è la reticenza di chi conosce la verità, taciuta in nome di chissà quale rispetto verso il lavoro dei militari, la vile paura di poter essere impopolari. “Il solo fatto che sia necessario pubblicare un libro come questo dovrebbe essere motivo di imbarazzo per i nostri principali media nazionali. Se avessero pensato loro a documentare ciò che state per leggere, queste lettere non sarebbero mai state spedite e non mi toccherebbe sprecare carta preziosa.”
E la cosa più triste che la maggior parte di queste e.mail arrivi soprattutto dal movimento per la guerra e da militari, disillusi nella speranza di poter fare il proprio lavoro a difesa degli Stati Uniti, e ormai consapevoli di ammazzare e farsi ammazzare non per il proprio paese ma per qualche barile di petrolio.
Le grandi contraddizioni americane hanno intanto portato a oltre seimila diserzioni (dati del Pentagono); dimezzato la percentuale di genitori favorevoli all'arruolamento dei figli (dal 40% al 20%); intasato la casella postale di Michael Moore di lettere; 1900 militari morti, di cui 1700 statunitensi, oltre ventimila iracheni sterminati, di cui oltre la metà civili.
Ma soprattutto ci hanno dato, con grande margine di voti, George W. Bush nuovamente presidente degli Stati Uniti d'America.
E la storia continua.
Michele Castelvecchi
MICHAEL MOORE
Ingannati e traditi - Lettere dal fronte
Mondadori – Strade Blu
Euro 15,00